Abbattere non solo le barriere ‘visibili’, architettoniche e strutturali, ma anche quelle ‘invisibili’ legate all’organizzazione delle strutture e alla formazione del personale, è un obiettivo che la Regione Toscana persegue ormai da lungo tempo in tutti gli ambiti sanitari e socio-sanitari. Fra questi, lo sviluppo di servizi per la salute, ginecologica e riproduttiva a misura della donna con disabilità, rappresenta la risposta al diritto inviolabile sancito dall’articolo 25 della Convenzione Onu.
Dal 2007 il dipartimento Materno Infantile dell’Azienda ospedaliero-univeristaria Careggi risponde con il servizio Asdi (Assistenza sanitaria disabilità intellettiva) ai bisogni delle donne con disabilità intellettiva e ai loro caregiver e familiari e dal 2015, con il servizio ‘Rosa Point’ cerca di dare risposte adeguate alle pazienti con disabilità motoria e sensoriale nell’ambito dello screening e delle cure ginecologiche.
“In occasione della giornata internazionale dedicata alla donna – spiega il presidente della Regione Eugenio Giani – ricordiamo con orgoglio che la Toscana con l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi rappresenta una delle quattro eccellenze sul territorio nazionale fra le strutture caratterizzate da adeguata accessibilità di tipo architettonico e organizzativo-formativo per la cura della salute ginecologica delle donne con disabilità, come emerso in questi giorni da un’indagine conoscitiva a livello nazionale”.
Nel 2017 in Toscana è nato il progetto regionale Pass (Percorso assistenziale per soggetti con bisogni speciali), ideato per assicurare alle persone con disabilità equità di accesso alle cure in tutti gli ambiti di salute: un programma, questo, che ingloba servizi specifici quali il Rosa Point e Asdi.
“In particolare – precisa l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – Pass ha permesso di estendere l’esperienza del servizio Rosa Point di Careggi ad altre strutture territoriali toscane, dotandole di lettini ginecologici elettrici modulabili in altezza sul modello del Rosa Point, che consentono alle donne con disabilità motoria di accedere agevolmente alle visite e allo screening loro dedicato”.
Peraltro, assicurare la fruibilità di servizi con accorgimenti ambientali adeguati insieme alla formazione specifica del personale sanitario rappresenta una risposta ai bisogni della donna in termini non solo di salute ginecologica e riproduttiva, ma anche di diritto alle scelte di vita consapevoli.
Il modello organizzativo e assistenziale del progetto Pass resta, a oggi, unico in Italia ed è particolarmente innovativo, perché individua gli accorgimenti da adottare per i bisogni speciali della persona: dalle caratteristiche del comportamento alle capacità di comprensione, dalle difficoltà nella sfera sensoriale a quelle nella mobilità. Pass pone attenzione agli ambienti e agli arredi, e anche all’impiego di personale con adeguata formazione e con competenze specifiche. Pass è attivo in 12 ospedali toscani: a oggi si registrano oltre 1500 accessi, che la Regione Toscana punta ad aumentare.
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